L’Amministrazione Comunale di Cefalù presenta la mostra personale dell’artista palermitano Gaetano Barbarotto “MARE E TRADIZIONI”, che sarà inaugurata il 3 agosto 2024, alle ore 18.30, presso l’Ottagono di Santa Caterina (Piazza Duomo) di Cefalù.
La mostra sarà fruibile gratuitamente sino al 18 agosto dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 24.
Come scrive Rosalba Gallà, l’artista ritorna ad esporre a Cefalù dopo le mostre precedenti che
hanno scandagliato con eleganza e maestria vari aspetti della vita marina. L’ultima, “Profondo
blu”, viene adesso sviluppata e arricchita in MARE E TRADIZIONI, chiudendo un fervido biennio
creativo con un vero e proprio omaggio a Cefalù, città che lo ospita sempre con grande
entusiasmo. Le profondità marine, con i suoi abitanti, in questa nuova esposizione si integrano
con le più importanti tradizioni Cefaludesi, in particolare quelle relative alla festa principale
dedicata a Gesù Salvatore. Ed ecco che, tra le varie opere dove il blu profondo delle tele avvolge
le creature marine, esaltandone forme e sfumature, e in cui si muovono tanti pesci, nelle infinite
tonalità di blu e di azzurro, come varianti cromatiche del loro elemento naturale, emerge il trittico
dedicato alla città ospitante: “Stanno arrivando”, con Cefalù dolcemente poggiata sull’acqua
attraversata da delfini che stanno arrivando, simbolo della vocazione turistica della città e della
sua affermazione come meta internazionale; “U Santu a mari”, dove Gesù Salvatore è
rappresentato nelle profondità marine, avvolto dal blu del mare e dei pesci; “‘Ntinna a mari”, con
una sirena che con la coda avvolge soavemente il palo della longeva tradizione cefaludese, nata
presumibilmente nel 1783, sintesi di valori marinareschi e religiosi tramandati di generazione in
generazione nelle famiglie che hanno fatto del mare il loro lavoro. L’omaggio si allarga poi a tutta
la Sicilia mediante una serie di opere realizzate con diverse tecniche artistiche e che riproducono
gli elementi più noti delle tradizioni siciliane, inserite nel contesto delle profondità marine.
Sono proprio i testi di Rosalba Gallà, che spiegano come Gaetano Barbarotto abbia potuto
trovare nella mostra un felice equilibrio tra forma, bellezza e tradizioni.